lunedì 23 settembre 2013
Cannero Riviera (VB)- Monte Carza. tot 2000 metri dislivello.
venerdì 20 settembre 2013
Giro della Val Formazza- Foto
Avrei voluto fare molte foto, ma purtroppo tra nebbia, vento, e addirittura nevischio, è tanto che sono riuscito a finire il mio percorso prefissato.
lunedì 2 settembre 2013
Marathon Bike della Brianza. 01/09/2013
Recensione della gara di Casatenovo: Marathon Bike della Brianza.
E' una bellissima giornata di sole, quella che accoglie i 1500 bikers presenti qui nella Brianza, per una gara definita da tutti molto tecnica e di difficile interpretazione. Dicono che qui i bikers, vengono a farsi le "ossa", per via delle varie difficoltà del percorso, per i suoi sentieri tecnici, e per gli svariati e diversi tipi di sterrati, mulattiere, single track, lastroni, rocce, radici affioranti nel terreno....qui c'è un po di tutto. E' la palestra del biker.
Ritiro come di consueto, il gadget della gara, un bellissimo gilet tecnico antivento, il numero, e mi preparo con un bel riscaldamento.
La mia più grande paura sono i crampi; per scongiurare il pericolo, ho fatto tanto allungamento muscolare, e una cura basata su integratori di magnesio e potassio. Mi sono imposto di bere spesso e carburare bene il motore umano con "benzina" a banane e barrette. Sembra una cosa di poco conto, soprattutto in gara quando si è concentrati sulla gara stessa, ma non bisogna dimenticare che la prima cosa da fare, è cercare di stare bene con se stessi, prendersi cura del proprio corpo, perchè in questi frangenti la testa va per la sua strada, lasciando il corpo indietro.
In una gara di quasi 70 km, con 2000 metri di dislivello, con tutte le insidie presenti nel percorso, la parola d'ordine è autogestirsi.
Parto in ultima posizione, con il pettorale 740, mi trovo un grande serpentone davanti. Li lascio andare tutti, per me non contano le classifiche. Con la musica nelle orecchie, trovo la giusta concentrazione, cercando di non correre, e salire piano piano come un diesel, per non compromettere la gara, "bruciandomi" fin da subito.
Al via partono in 1500, c'è una bellissima atmosfera, è bello stare dietro, si vedono davvero quelli che vogliono solo divertirsi, chiaccherare, e fare amicizia!!!!
La gara è un continuo sali e scendi, passa nei campi/ colli della Brianza, a volte esci sull'asfalto per collegarti in un'altro tratto del percorso. A volte trovi sterrati, larghi, altre volte single track veloci nel bosco, mulattiere, e tanti svariati tipi di tratti davvero tecnici.
Dopo vari sali e scendi, arriva la prima asperità di giornata la salita che porta a Sirtori.E' una salita abbastanza lunga. E qui sono al settimo cielo per quello che riesco a compiere. Ogni biker ha delle proprie caratteristiche personali, che tende ad esaltare, e a far valere in una gara, ecco io mi esalto nella fatica di una salita. Mi fanno tirare fuori il meglio di me. Nulla di eccezionale, ma "infilo" in salita tanti, ma tanti biker dietro di me. Pago il debito in pianura, in discesa, ma in salita ne infilo tanti.
Mentre saliamo in cima, provo una gioia incontrollata, sento una forte emozione dentro di me. Sento che tutte le ripetute, gli allenamenti fatti, non sono stati vani. Per me la gara potrebbe già chiudersi ora, sono appagato. Sono contento di me stesso, nel mio piccolo, ho dato prova a me stesso di essere in grado di raggiungere dei risultati con sforzo e dedizione.
Ma mentre penso questo, arriviamo in cima, ed inizia la discesa che cambierà totalmente la mia gara. Sono passati esattamente 15 km. Scendiamo giù in un tratto in erba, e vedo dei "canali" stretti e lunghi, sono dei solchi scavati dall'acqua. Rimango sull'erba fin che posso, ad un certo punto entro con la ruota nel canalone, questa prende il "cordolo"e non avendo vie di fuga, la ruota si gira per traverso. Morale della favola, mi cappotto. Dietro di me un'altro mi passa sopra la mia mtb e cade anche lui. Fortunatamente scendavamo molto piano per via della forte pendenza. Non ci facciamo male, ma mi accorgo fin da subito che la mia mtb ha pagato le conseguenze della caduta.
Cerchione svirgolato, deragliatore che non cambia a dovere, freni che emettono stridolii lunghi e fastidiosi, cuscinetti sterzo andati a farsi benedire.
E adesso cosa faccio?? Mi ritiro, vado avanti, sperando di trovare il punto per l'assistenza tecnica? Mancano al traguardo almeno 50 chilometri.
Piano piano proseguo. La ruota girando tocca anche il telaio, doppia fatica, il deragliatore, non mi fa alleggerire i rapporti più di tanto. Almeno ho infilato la corona più piccola davanti.
Sarà proprio in questo momento che arrivano gli Sbubbikers di Rimini, che mi incitano e mi dicono in coro che se la finisco la gara,mi offrono da bere una Sambuca. Sono diventato la loro mascotte. faccio il viaggio con una ragazza Veneziana, che sta facendo il Trek Zerowind offroad. Il clima stando con gli ultimi è tutta un'altra cosa, rispetto alla mandria davanti!! Ti gusti uno spirito diverso. Gli Sbubbikers rimangono uniti fra loro, ci sono donne e uomini, salgono e arrivano insieme. Bellissimo stare con loro!!!!
Cerco il punto per l'assistenza tecnica, ma niente, chiedo agli operatori dislocati lungo il percorso, ma niente di niente. Vado avanti. Mi prendono in giro "Ma hai una banana al posto della ruota?" Almeno si scherza.
Arriviamo alla salita del San Genesio. Gli addetti mi gridano:"Non ce la farai con quella ruota"e ancora "La discesa del Sangenesio è troppo pericolosa".
La salita lunga mi sfida, ed io accetto la sfida, ma ritirami non se ne parla neanche.
Arrivo in cima, e mi fermo al secondo ristoro. La cura di potassio e magnesio fa il suo effetto: zero crampi!!! E siamo a metà percorso!!!
La discesa è qualcosa di indescrivibile: lastroni giganti, rocce appuntite, massi voluminosi, e radici che spuntano un po dappertutto. Qui è dura finchè posso scendo piano piano, in altri punti come gli Sbubbikers, smonto dalla sella.
Una volta arrivato giù, ci sono una trentina di chilometri più o meno per arrivare al traguardo. Entriamo nel parco della valle di Montevecchia e Curone....bellissimo! Sembra di stare in Toscana per rendere l 'idea!!
Ci sono altri due ristori, ci fermiamo insieme e insieme ripartiamo. Dopo 5 ore e 42 minuti arriviamo al traguardo. Io sto benone, zero crampi, la bici un po meno però. Uno di loro mi da un "cinque", e grida ad un suo amico: "lo vedi questo ragazzo si è fatto 50 km col cerchione svirgolato, per me sei un eroe!"
Sono molto contento per averla finita. Non sono un fenomeno, non lo sarò mai, conosco i miei molti limiti, ma la passione, la voglia, la determinazione, che metto in ogni sfida, mi danno la carica per affrontare al meglio le corse.
Grazie a tutti quelli che si sono interessati per me, per le mie condizioni e per la bici. Grazie!!!
E' una bellissima giornata di sole, quella che accoglie i 1500 bikers presenti qui nella Brianza, per una gara definita da tutti molto tecnica e di difficile interpretazione. Dicono che qui i bikers, vengono a farsi le "ossa", per via delle varie difficoltà del percorso, per i suoi sentieri tecnici, e per gli svariati e diversi tipi di sterrati, mulattiere, single track, lastroni, rocce, radici affioranti nel terreno....qui c'è un po di tutto. E' la palestra del biker.
Ritiro come di consueto, il gadget della gara, un bellissimo gilet tecnico antivento, il numero, e mi preparo con un bel riscaldamento.
La mia più grande paura sono i crampi; per scongiurare il pericolo, ho fatto tanto allungamento muscolare, e una cura basata su integratori di magnesio e potassio. Mi sono imposto di bere spesso e carburare bene il motore umano con "benzina" a banane e barrette. Sembra una cosa di poco conto, soprattutto in gara quando si è concentrati sulla gara stessa, ma non bisogna dimenticare che la prima cosa da fare, è cercare di stare bene con se stessi, prendersi cura del proprio corpo, perchè in questi frangenti la testa va per la sua strada, lasciando il corpo indietro.
In una gara di quasi 70 km, con 2000 metri di dislivello, con tutte le insidie presenti nel percorso, la parola d'ordine è autogestirsi.
Parto in ultima posizione, con il pettorale 740, mi trovo un grande serpentone davanti. Li lascio andare tutti, per me non contano le classifiche. Con la musica nelle orecchie, trovo la giusta concentrazione, cercando di non correre, e salire piano piano come un diesel, per non compromettere la gara, "bruciandomi" fin da subito.
Al via partono in 1500, c'è una bellissima atmosfera, è bello stare dietro, si vedono davvero quelli che vogliono solo divertirsi, chiaccherare, e fare amicizia!!!!
La gara è un continuo sali e scendi, passa nei campi/ colli della Brianza, a volte esci sull'asfalto per collegarti in un'altro tratto del percorso. A volte trovi sterrati, larghi, altre volte single track veloci nel bosco, mulattiere, e tanti svariati tipi di tratti davvero tecnici.
Dopo vari sali e scendi, arriva la prima asperità di giornata la salita che porta a Sirtori.E' una salita abbastanza lunga. E qui sono al settimo cielo per quello che riesco a compiere. Ogni biker ha delle proprie caratteristiche personali, che tende ad esaltare, e a far valere in una gara, ecco io mi esalto nella fatica di una salita. Mi fanno tirare fuori il meglio di me. Nulla di eccezionale, ma "infilo" in salita tanti, ma tanti biker dietro di me. Pago il debito in pianura, in discesa, ma in salita ne infilo tanti.
Mentre saliamo in cima, provo una gioia incontrollata, sento una forte emozione dentro di me. Sento che tutte le ripetute, gli allenamenti fatti, non sono stati vani. Per me la gara potrebbe già chiudersi ora, sono appagato. Sono contento di me stesso, nel mio piccolo, ho dato prova a me stesso di essere in grado di raggiungere dei risultati con sforzo e dedizione.
Ma mentre penso questo, arriviamo in cima, ed inizia la discesa che cambierà totalmente la mia gara. Sono passati esattamente 15 km. Scendiamo giù in un tratto in erba, e vedo dei "canali" stretti e lunghi, sono dei solchi scavati dall'acqua. Rimango sull'erba fin che posso, ad un certo punto entro con la ruota nel canalone, questa prende il "cordolo"e non avendo vie di fuga, la ruota si gira per traverso. Morale della favola, mi cappotto. Dietro di me un'altro mi passa sopra la mia mtb e cade anche lui. Fortunatamente scendavamo molto piano per via della forte pendenza. Non ci facciamo male, ma mi accorgo fin da subito che la mia mtb ha pagato le conseguenze della caduta.
Cerchione svirgolato, deragliatore che non cambia a dovere, freni che emettono stridolii lunghi e fastidiosi, cuscinetti sterzo andati a farsi benedire.
E adesso cosa faccio?? Mi ritiro, vado avanti, sperando di trovare il punto per l'assistenza tecnica? Mancano al traguardo almeno 50 chilometri.
Piano piano proseguo. La ruota girando tocca anche il telaio, doppia fatica, il deragliatore, non mi fa alleggerire i rapporti più di tanto. Almeno ho infilato la corona più piccola davanti.
Sarà proprio in questo momento che arrivano gli Sbubbikers di Rimini, che mi incitano e mi dicono in coro che se la finisco la gara,mi offrono da bere una Sambuca. Sono diventato la loro mascotte. faccio il viaggio con una ragazza Veneziana, che sta facendo il Trek Zerowind offroad. Il clima stando con gli ultimi è tutta un'altra cosa, rispetto alla mandria davanti!! Ti gusti uno spirito diverso. Gli Sbubbikers rimangono uniti fra loro, ci sono donne e uomini, salgono e arrivano insieme. Bellissimo stare con loro!!!!
Cerco il punto per l'assistenza tecnica, ma niente, chiedo agli operatori dislocati lungo il percorso, ma niente di niente. Vado avanti. Mi prendono in giro "Ma hai una banana al posto della ruota?" Almeno si scherza.
Arriviamo alla salita del San Genesio. Gli addetti mi gridano:"Non ce la farai con quella ruota"e ancora "La discesa del Sangenesio è troppo pericolosa".
La salita lunga mi sfida, ed io accetto la sfida, ma ritirami non se ne parla neanche.
Arrivo in cima, e mi fermo al secondo ristoro. La cura di potassio e magnesio fa il suo effetto: zero crampi!!! E siamo a metà percorso!!!
La discesa è qualcosa di indescrivibile: lastroni giganti, rocce appuntite, massi voluminosi, e radici che spuntano un po dappertutto. Qui è dura finchè posso scendo piano piano, in altri punti come gli Sbubbikers, smonto dalla sella.
Una volta arrivato giù, ci sono una trentina di chilometri più o meno per arrivare al traguardo. Entriamo nel parco della valle di Montevecchia e Curone....bellissimo! Sembra di stare in Toscana per rendere l 'idea!!
Ci sono altri due ristori, ci fermiamo insieme e insieme ripartiamo. Dopo 5 ore e 42 minuti arriviamo al traguardo. Io sto benone, zero crampi, la bici un po meno però. Uno di loro mi da un "cinque", e grida ad un suo amico: "lo vedi questo ragazzo si è fatto 50 km col cerchione svirgolato, per me sei un eroe!"
Sono molto contento per averla finita. Non sono un fenomeno, non lo sarò mai, conosco i miei molti limiti, ma la passione, la voglia, la determinazione, che metto in ogni sfida, mi danno la carica per affrontare al meglio le corse.
Grazie a tutti quelli che si sono interessati per me, per le mie condizioni e per la bici. Grazie!!!
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